Vedo troppo spesso i nostri figli inseriti in diatribe di ogni genere.
Si trovano a vivere delle vere e proprie competizioni nelle quali la posta in palio è il loro fututo, ma siamo talmente accecati dalla rabbia che non riusciamo a mettere le loro esigenze davanti ai nostri occhi.
Assistono per la prima volta al momento più basso che caratterizza il genere umano: lo svilirsi, il denigrarsi, al fine di far vincere le proprie ragioni.
In realtà è il momento più importante per i nostri “cuccioli”, quello in cui si deciderà chi dovrà rimanere o chi dovrà lasciare una casa, e quindi ilgenotore da cui stare più lontani.
Sono momenti dove i nostri amori diventano fonte di contenzioso economico, a volte ” merce di scambio” e troppo spesso anche di speculazioni.
Subiscono il nostro egoismo e le nostre volontà, senza neanche essere sentiti come parte integrante e interessata.
Siamo proprio sicuri che stiamo trattando i nostri figli per ciò che meritano?
Spesso in questa fase non possono scegliere, ma il loro cuore ha memoria.
Dovremmo sempre ricordare di fare delle scelte che siano “ecologiche”, cioè che portino giovamento a noi e al sistema che abbiamo intorno.
Il rischio è quello di ritrovarci a distanza di pochi anni in solitudine, a casa a porci delle domande: “Ero convinto di aver dato tanto”, come mai non mi cerca più nessuno?
Facciamo in modo di far prevalere i sani valori che ci hanno sempre contraddistinto, cerchiamo di capire cosa abbiamo sbagliato, prendiamo in mano le nostre difficoltà e affrontiamole da adulti.
Se abbiamo ben chiaro quanto amiamo i nostri figli non sarà difficile trovare la soluzione migliore e soprattutto non servirà una figura esterna che decida per noi o qualcuno che non conosce neanche i nostri nomi e le nostre emozioni.
Facciamo prevalere l’amore a prescindere e non i testi accademici.
C’è sempre una strada, c’è sempre un punto di incontro, c’è sempre qualcuno che potrà aiutarti a trovare una soluzione.