Chi siamo per i nostri figli?
Siamo il gigante buono o l’orso cattivo?
Ti sei mai chiesto cosa vedono in noi questi piccoli “esserini”?
Sappiamo che i bambini iniziano a prendere coscienza del “Sé” tra i 2 e i 3 anni e sappiamo anche che quella è la fase in cui iniziano a farsi delle idee.
Come può essere la loro reazione di fronte ad un gigante che gli urla che non devono giocare e non devono rompere o sporcare?
Molto spesso dimentichiamo che sono solo dei bambini e che la nostra mancanza di tempo non può cambiare questo fattore.
Non possono fare le cose dei grandi semplicemente perché non lo sono, la nostra mancanza di tempo o la nostra stanchezza non possono disinnescare il loro giocare disordinato.
Nella realtà il nostro impegno più grande è di far crescere i nostri cuccioli in un ambiente sereno, dove possono essere sé stessi, imparando dagli errori.
Pensiamo che la nostra mancanza di tempo debba essere compensata dalle loro performance, pensiamo che debbano crescere velocemente così da essere più indipendenti.
Che bello quando vedo genitori che si siedono a terra vicino ai propri figli e li fanno sentire importanti giocando con loro, ascoltandoli, interagendo nel loro mondo.
Le case dove ho trovato più armonia e sorrisi sono quelle dove le pareti delle camerette erano dipinte dalle manine dei bambini, è un modo per farli sentire piccoli artisti.
Sedersi vicino a loro significa farli sentire meno piccoli e liberi di esprimersi senza quella distanza che normalmente ci divide, significa dimostrare tutta la nostra comprensione e soprattutto la nostra accoglienza verso coloro che abbiamo sempre sognato.
Facciamo prevalere l’amore rispetto alla perfezione della casa, la casa si chiama così perché non deve essere un ospedale, non deve essere tutto perfettamente in ordine, deve essere il posto sicuro per i nostri cuccioli.
Quando saranno cresciuti torneremo ad imbiancare la loro camera, come in realtà sarebbe stato necessario comunque.
Ci dovremmo impegnare nel comprendere cosa desiderano da noi e non il contrario, dovremmo cercare di capire che spesso le loro stranezze sono semplicemente una richiesta di attenzione magari perché ci vedono poco durante il giorno.
A volte il regalo più grande è il più economico, ed è il nostro tempo.
Un tempo solo per loro, che sia di valore.
Dovremmo fare attenzione a mettere il nostro focus sulla loro reale età.
Il tempo scorre veloce e a volte non ci rendiamo conto che stiamo trattando i nostri bambini come li trattavamo nei 5 anni precedenti, o peggio ancora diamo loro delle responsabilità che non possono sopportare e che tracceranno il loro futuro.
Per nostre mancanze spesso lasciamo bambini di 12 anni a gestire fratelli molto più piccoli e a volte addirittura a cucinare per loro.
Apparentemente ci sembrano comportamenti normali, ma a distanza di pochi anni il piccolo/grande uomo si accorgerà che gli è stato rubato il suo tempo e non potrà più tornare indietro.
Non troverà più il tempo della spensieratezza, quello in cui giocare sereni a quei giochi semplici, che invece a noi hanno fatto crescere felici nelle strade insieme ai nostri coetanei.
Mi piace chiudere con questa storia che mi è stata raccontata più volte da un mio insegnate di linguistica ed è molto significativa per me:
“Durante un’escursione al mare una mamma normalmente molto attenta chiede al figlio: guarda Giovanni che belle onde e il figlio non capisce, la mamma ripete: guarda Giovanni che belle onde e lui continua a non capire.
La voce della mamma iniziava ad essere sempre più incalzante e dura fino a che il bimbo non dice alla mamma: mamma non vedo nulla c’è la staccionata.
La mamma si ravvede e si scusa…”
Questo ci fa capire come il nostro punto di vista possa essere completamente diverso dal loro e che solo mettendoci nei loro panni, o ancora meglio sedendoci vicino a loro, ci potremmo trovare molto più vicini al loro mondo.
Sarebbe molto bello chiedere proprio a loro quale sia l’esigenza del momento o il loro piacere.
Buona vita e ricordate sempre che essere un genitore è il “lavoro” più difficile di questa terra.